Nella regione francese di Poitou oggi si concludono i tre giorni di mobilitazione dedicati alla difesa dell’acqua come bene comune e alla lotta contro l’edificazione di mega-bacini, che dovrebbero servire e amplificare l’agricoltura intensiva e ad alto capitale della zona drenando le falde acquifere.
Contro questo progetto di accaparramento indiscriminato di risorse pubbliche, in quella regione si sta costruendo un progetto socio-ecologico diverso, che si fonda sulla condivisione di saperi, sulla produzione piccola e diffusa, sulla partecipazione dei territori e dellə lavoratorə locali. E anche sulla solidarietà e la resiste collettiva e determinata alla violenza predatoria di questo progetto (purtroppo da questo punto di vista paragonabile a molti altri).
In questi giorni infatti ci sono stati incontri di approfondimento, assemblee e dibattiti, una grande festa ospitata dal solidale comune di Melle. Oltre a questo, la grande manifestazione di sabato (si stimano 30.000 persone) ha permesso di avvicinarsi ai bacini per contestare il progetto.
Non solo lo Stato non ha permesso alcun processo di mediazione decisionale rispetto al progetto, ma sabato ha violentemente represso tramite l’intervento delle forze dell’ordine la manifestazione, che avanzava solidale e compatta verso un bacino. Sono state ferite più di 200 persone, una delle quali è tutt’ora in pericolo di vita. Le violenze sono state talmente gravi da indurre la Lega dei diritti dell’uomo a scrivere un duro comunicato di denuncia.
Questa violenza va letta nel quadro dell’enorme repressione che sta colpendo il movimento francese, compatto contro la riforma delle pensioni voluta da Macron, che in questo paese è ormai l’unico strumento di gestione delle istanze sociali sempre più radicali. Di fronte e contro essa, ha un valore enorme la generosità, la determinazione e l’entusiasmo mostrato da tutto il corteo, che per ore ha resistito ed ha così dimostrato che non sarà facile procedere secondo i piani prestabiliti.
Fermare il progetto delle mega-bassines è possibile, e apre ad un modello di futuro diverso.
NO BASSARAN!
Di seguito pubblichiamo la traduzione del comunicato di conclusione dei tre giorni di mobilitazione.
COMUNICATO FINALE DELLA GIORNATA DELLA MANIFESTIONE (25 MARZO)
30.000 persone manifestano a Sainte-Soline nonostante la brutalità della polizia per un passo decisivo verso la fine dei mega-bacini!
Intorno ai simboli della fauna minacciata dai progetti dei bacini (l’otarda, la lontra e l’anguilla), lə manifestanti sono avanzatə nei campi in un’atmosfera determinata, con molta creatività, audacia e unità, lontano dal cliché venduto da Gerald Darmanin di 1000 individui isolati che cercano la violenza. La Confédération paysanne, da parte sua, ha piantato 300 metri di siepi, essenziali per un modello agricolo a basso consumo di acqua e rispettoso della biodiversità. Le 30.000 persone sono arrivate insieme ai piedi del cantiere di Sainte-Soline, che hanno circondato con le forze dell’ordine che si sono disposte lungo il suo perimetro. Migliaia di persone sono avanzate tenendosi per mano, altre si sono avvicinate in gruppo per abbattere i cancelli.
Mentre il corteo giallo è riuscito a entrare brevemente nel sito, la violenza della polizia è stata sconcertante nella sua brutalità: non meno di 200 persone sono state ferite e altre stanno ancora arrivando. Tra queste, una quarantina di persone hanno ferite profonde e schegge, soprattutto alle gambe e al volto, a causa delle granate disinnescate e dei colpi di LBD. Una dozzina di feriti gravi sono stati trasferiti all’ospedale universitario. Un manifestante è in coma con una prognosi in pericolo di vita, altri due hanno una prognosi funzionale. Questa violenza è assolutamente criminale in quanto sappiamo che si trattava solo di proteggere un cratere vuoto e di mantenere la faccia. Essa rispecchia ampiamente la brutale repressione subita dal movimento sociale contro la riforma delle pensioni.
Peggio ancora, la polizia ha ritardato il trattamento dei feriti bloccando il Servizio di Aiuto Medicale Urgente di Sainte-Soline, nonostante fosse stato chiamato dai manifestanti alle 13.00. Una persona in pericolo di vita ha dovuto aspettare più di un’ora prima che la prefettura autorizzasse il passaggio del SAMU dopo le chiamate della Confédération paysanne e di Marine Tondelier – un blocco confermato dagli osservatori della Ligue des Droits de L’Homme.
Gli organizzatori denunciano la grave violenza contro le persone, perpetrata ancora una volta dalla polizia e che ci ricorda la tragedia di Sivens. Siamo preoccupati per queste persone ferite, la priorità è e deve essere quella di prendersi cura di loro. Va anche detto che, in vista della mobilitazione, la prefettura, il governo e persino Emmanuel Macron hanno moltiplicato gli elementi di linguaggio volti a criminalizzare il movimento anti-bacino e a giustificare così le violenze di cui i manifestanti sono stati oggetto oggi.
Prima di lasciare il sito, i manifestanti hanno scavato e disarmato una pompa e un tubo centrale del bacino di Sainte-Soline, mettendolo definitivamente fuori uso. Allo stesso tempo, la Confédération paysanne ha anche allestito una serra per aiutare un agricoltore ad avviare un’attività in un terreno vicino al bacino. Queste azioni dimostrano che, al di là dell’opposizione ai mega-bacini, è proprio un altro modello agricolo più resiliente, che condivide le risorse idriche e che è a misura d’uomo a essere difeso in questa lotta.
I manifestanti tornano questa sera e domenica a Melle, un comune militante dove sono previsti dei festeggiamenti. La lotta per la condivisione dell’acqua continua, con tavole rotonde sulle devastazioni dell’agrobusiness, sulle lotte internazionali e sull’agricoltura contadina, ma anche riflessioni sulla continuazione e sulle alleanze del vasto movimento popolare contro l’accaparramento dell’acqua. Nei prossimi due giorni sono previsti spettacoli pubblici e concerti.
Continueremo a lottare, nonostante le intimidazioni e l’estrema brutalità del governo.
Questa data segna un nuovo e decisivo passo avanti che dovrebbe annunciare l’arresto dei lavori e l’apertura di un dialogo sulla conservazione e la condivisione dell’acqua, nonché la fine anticipata dei progetti dei mega-bacini.
Siamo rafforzati da questo sostegno massiccio e 4 volte più numeroso rispetto all’ultima mobilitazione, che è stata molto importante a Sainte-Soline. No bassaran!