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Romanzo kafkiano: lo sgombero dello sgombero


Mercoledì 29 marzo le forze dell’ordine hanno dato di nuovo fiato a quel vortice ossessivo di repressione e castigo che sta attanagliando Roma in modo sempre più soffocante.

Con una nuova performance tanto muscolare quanto ridicola hanno provato a interrompere un’occupazione che ha liberato un luogo abbandonato e ostile come quello dell’ex stazione prenestina, rendendolo non solo attraversabile e accogliente, ma anche esperimento e pratica concreta di alternative di vita, metodi di organizzazione dal basso ecologista e transfemminista, casa per soggettività in lotta e cuore pulsante di progetti e sogni per un presente e un futuro diverso.

Tutto questo ovviamente non si spegne con uno sgombero: abbiamo rifiutato l’invisibilità scegliendo la lotta, ogni nostra azione lo grida chiaramente. Per questo motivo la nostra voglia di liberare spazio si è insediata nella rotatoria davanti alla stazione, dando vita per tre giorni e tre notti ad un accampamento nomade e ribelle che ha ripreso in mano la situazione e ha portato avanti le iniziative programmate, nonostante le pressioni e la presenza costante di camionette e digos.

Come prevedibile, la loro sete di ordine e repressione ma, soprattutto, la loro paura del fiorire di comunità in lotta, ha dato forma a una nuova geniale intuizione: lo sgombero dello sgombero!

Non possiamo che ridere di fronte a questo zelo tanto burocratico quanto violento, che nasconde, lo ben sappiamo, una inettitudine alla vita che è nemica di ogni cosa bella.

Questa sera ci prendiamo cura di noi e ci riposiamo, per cui rimandiamo la nostra serata con djset ai prossimi giorni, ma ben sappiamo, come abbiamo provato in questo anno di lotte e sgomberi, che non sarà questo a fermare nuovi semi e nuovi conflitti.

Tanto è più acuta l’inettitudine, la malafede, la sete di brutture che il mondo a noi avverso manifesta, quanto più è forte la nostra voglia di respirare nuova aria, nuovi progetti, nuova vita.

Contro ogni frontiera, contro ogni galera, contro la violenza machista e patriarcale che ci opprime tutti i giorni, noi continuiamo a lottare, a costruire il possibile.

Stay tuned, non finisce qui!