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Manifestazione NO BASE contro l’infrastruttura della guerra

Ieri un corteo popolato e determinato chiamato dal Movimento No Base ha attraversato San Piero a Grado (Pisa) per segnare un appuntamento nazionale contro un sistema mortifero che fa dell’infrastruttura della guerra il suo motore.

La manifestazione si è svolta compatta sotto la pioggia incessante e con interventi da numerose realtà, le quali hanno rimesso il punto su come per fermare le guerre in corso (come quella che Israele sta svolgendo ad armi impari contro la Palestina) occorra materialmente bloccare quell’infrastruttura della guerra che coinvolge non solo le basi militari, ma anche gli interessi del fossile, la gestione degli aeroporti, la distruzione degli ecosistemi, l’utilizzo dei rigassificatori, i legami delle forze armate con le università e le scuole.

È infatti evidente che una progettazione coordinata delle guerre da parte di enti locali, governo e industria delle armi sta svolgendosi sotto i nostri occhi, dove i conflitti, sempre più capillari e diffusi, vengono preparati attraverso un fitto intreccio di interessi nazionali e transnazionali a cui occorre quanto mai contrapporre un blocco compatto e popolare in grado di fermare l’escalation.

Fermare l’escalation è infatti la parola d’ordine del corteo che, alla fine del suo percorso, si è diretto verso la base del CISAM (base specializzata nello sfruttamento dell’energia nucleare a fini militari) nel parco protetto di San Rossore per tagliare le reti e liberare l’area boschiva costretta dentro il filo spinato e che rischia di essere distrutta.

Si è dato quindi un primo assaggio di determinazione alle forze dell’ordine, ovviamente schierate a difendere gli interessi della morte e della guerra, invadendo l’area e dando voce alla rabbia della gente stanca di morire di lavoro e di malattia per sostenere la loro economia di guerra.

Gli enti locali e il governo continuano a voler rendere la Toscana un hub della guerra, dove si preparano le condizioni materiali e logistiche per andare a uccidere, in Palestina e in altri luoghi: per questo motivo occorre agire affinché queste condizioni necessarie alla guerra vengano meno, affinché le guerre si possano impedire e fermare dall’interno!