Categories
General

Il 22 Gennaio a fianco del lago che combatte!

Il lago dell’ex Snia ha una storia lunga e combattiva che abbiamo deciso di ripercorrere velocemente: è un lago che si è conquistato il suo spazio contro il cemento e la speculazione, che ha saputo unire umani e non umani in una lotta comune. Oggi però è di nuovo sotto attacco: il 22 gennaio abbracciamo tutt* il monumento naturale! Buona lettura!

Foto Pierre Kattar

Nel quadrante sud-est di Roma, nell’incrocio tra via di Portanaccio e Via prenestina sorge il lago Bullicante. Sorge, in realtà, è una parola sbagliata perché il lago Bullicante non è un lago che è si è creato per delle cause geofisiche determinate, ma piuttosto potremmo dire che è insorto, nel 1992, dalla frattura di una falda acquifera causata dal cantiere per la costruzione di un centro commerciale del costruttore Antonio Pulcini, facendo emergere l’acqua. La particolarità che caratterizza, inoltre, il lago Bullicante, è che è abitato dal suo interno dalle rovine del capitalismo che lo hanno generato, ovvero lo scheletro di un centro commerciale, che è oramai parte integrante dell’ecosistema lago e all’interno del quale incroci microbiotici generano sopra, nel e attraverso il cemento il loro habitat, co-costituendo il loro abitare. Il territorio su cui sorge il lago, inoltre, ospitava una ex fabbrica di viscosa, la Snia, da cui il nome del centro sociale adiacente chiamato appunto ex Snia, che ha rappresentato dal 1922 fino all’anno della sua chiusura, il 1954, una parte di storia politica-sociale importante del quartiere prenestino labicano, e di cui ancora si possono vedere i ruderi.

Il lago, in questi trent’anni di vita, ha dato il via a una rinaturalizzazione esemplare che ha portato alla costituzione di tre habitat molto rari da trovare nel territorio romano, offrendo a Roma una biodiversità necessaria alla vivibilità della città e in particolar modo a un quartiere come quello di Malatesta Pigneto, che è tra i più inquinati, costruiti e ad alta densità demografica. Ad accorgersi dell’importanza di questo lago sono stati in primo luogo le e gli abitanti del quartiere, che da subito hanno sentito il valore non solo di un polmone verde per tutte e tutti, ma anche l’importanza di un luogo quasi interamente lasciato nel suo stato selvatico all’interno del quale sperimentare un tipo di convivenza multi specie, accogliendo e prestando attenzione a tutte le forme di vita, flora e fauna che hanno iniziato a insediarsi nel territorio.

Sono ormai trent’anni che la comunità di abitanti, poi il Forum del parco delle energie e le/gli occupanti del centro sociale ex Snia combattono al fianco del lago per salvaguardarlo e difenderlo. In trent’anni è stato ottenuto, tra le varie battaglie vinte, l’esproprio nel 1995 di una parte del territorio, a cui sono seguite pratiche di autorganizzazione per una gestione dal basso e, nel 2020, la tutela della stessa parte di Monumento naturale ottenuta dalla Regione Lazio sotto la guida di Nicola Zingaretti, e dunque sotto l’amministrazione del Partito Democratico. Ora, la tutela del monumento naturale prevede giuridicamente che il territorio possa mantenere la sua integrità al fine di continuare a esistere.

Questa tutela, però, è stata applicata solo alla parte espropriata del territorio, escludendo il 40% del terreno ancora non espropriato e di proprietà del costruttore Pulcini, ovvero la parte dove si trovano i resti della fabbrica dell’ex Snia viscosa. In questo senso il lago non ha ancora ottenuto la tutela che gli spetta, infatti, uno degli habitat dell’ecosistema lago si sviluppa proprio nella parte privata, dove negli anni di abbandono, come nella parte del parco, molte specie di uccelli hanno nidificato ogni anno, e dove si è sviluppata una flora molto importante per la sussistenza dell’ecosistema tutto. Nonostante l’ex presidente della Regione Lazio abbia promesso l’estensione – necessaria! – del monumento naturale a tutto il perimetro dell’ex Snia viscosa, la firma all’istruttoria che ne avrebbe garantito l’attuazione non è stata ancora apportata, anzi, e Zingaretti si è dimesso senza rispettare la promessa mantenuta.

Ad aggravare la situazione, che aveva già portato il Forum del parco delle energie ad aprire dei tavoli di lavoro alla Regione Lazio per discutere e portare avanti l’istruttoria per il monumento naturale promessa da Zingaretti, dall’ottobre 2022 fino a dicembre, è stata la spiacevole sorpresa di trovare affisso di fronte al cancello dell’ex fabbrica, il 19 dicembre, un cartello che dichiara l’ottenimento del permesso di ricostruire una struttura destinata ad attività produttive, probabilmente un polo logistico, concesso dal comune di Roma, sempre di amministrazione del PD sotto la guida di Gualtieri. La comparsa del cartello è avvenuta, inoltre, dopo la comparsa di ruspe il 14 dicembre, che hanno raschiato il terreno estirpando, o tentando di estirpare, l’habitat presente nella parte privata che già era stato distrutto lo scorso marzo 2021 da altri lavori ma che si stava già rigenerando. Sembra molto difficile non pensare ad un legame tra il ritardo della firma di Nicola Zingaretti e un permesso inaspettato a costruire da parte del comune su un territorio destinato a diventare un monumento naturale, come gli spetta e come è necessario alla città.

Ruspe al lavoro, dicembre 2022

Di fronte a questo triste scenario il Forum del parco delle energie e tante altre forze tra abitanti del quartiere, associazioni, gruppi ecologisti, non staranno a guardare la distruzione di un ecosistema che è inoltre riconosciuto non solo in Italia, ma anche al di fuori, come uno spazio liberato dalle logiche capitalistiche di sfruttamento del territorio e come modello per ripensare gli spazi abbandonati e prosciugati dalla speculazione edilizia sistematica che devasta le nostre città, quindi terre e corpi, umani e non, attraverso immaginari al di fuori di quelli di produzione e di messa a valore capitalistica. Qui aggiornamenti per tutte le mobilitazioni che hanno preso e che stanno prendendo piede.

L’ecosistema del lago però ci sta chiamando con i corpi tutti per continuare a combattere questa lotta che non è solo ecologista ma che è anche politica e sociale, perché un ecosistema sano non è solo aria pulita ma anche salute e giustizia sociale.

Per questo, il 22 gennaio si terrà una giornata di mobilitazione che avrà inizio alle ore 10:00 dentro al lago e che prevederà, tra varie iniziative, di abbracciare tutt* insieme la perimetrazione completa di quello che dovrebbe essere e che è il monumento naturale. Insieme si tenterà di disegnare i contorni permeabili dell’ecosistema del lago, verrà reso visibile e si toccherà con mano.

EX SNIA DEVE DIVENTARE TUTTA MONUMENTO NATURALE.

Un ecosistema non può vivere a metà e noi tutt*, umani come non umani, non possiamo vivere senza di lui.