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“La natura del duce”. Presentazione con Marco Armiero e Roberta Biasillo

Mercoledì 12 aprile saremo al comitato di quartiere di Villa Certosa, dove presenteremo insieme con Marco Armiero e Roberta Biasillo, due dellə autorə, il libro “La natura del duce. Una storia ambientale del fascismo”. In preparazione alle mobilitazioni cittadine del 25 aprile, indagheremo insieme quali rapporti il ventennio ha instaurato con l’ambiente e che narrazioni ha costruito della “natura” e in che modo questi rapporti e narrazioni siano state funzionali al progetto politico del fascismo. Ci vediamo quindi a largo dei Savorgnan mercoledì 12 aprile alle ore 17:00 e condividiamo qui l’estratto della premessa del libro.

“Gli autori di questo libro non considerano l’ambientalismo una categoria metastorica, sempre uguale nel tempo, come se esistesse da qualche parte il decalogo immutabile del bravo ecologista, in base al quale misurare quanto verde sia stato un dato regime o personaggio storico. Non essendo interessati a dare o ritirare patenti di ecologismo, hanno preferito lavorare sulle ecologie politiche del fascismo, ovvero sulle pratiche e le narrative attraverso cui il regime ha costruito delle nature, tanto immaginarie quanto materiali, funzionali al
suo progetto politico. Ecologico non implica un approccio ecologista e non coincide con una “buona” gestione dell’ambiente. Agli autori non interessa capire quanti ettari di territorio fossero riservati a parco o quanti alberi siano stati piantati durante il ventennio. Piuttosto, il libro vuole indagare come il regime abbia prodotto delle
formazioni socioecologiche, ovvero degli ecosistemi fatti di narrative e piante, di memorie e orsi, di leoni addomesticati e popolazioni selvagge da assoggettare. Gli
autori non credono che il fascismo si disinteressasse della natura; ma l’alternativa al disinteresse non è, come qualcuno sembra intendere, una cura attenta della natura.
Questo libro non riduce la storia ambientale del fascismo alla sola storia della tutela della natura durante il regime. È piuttosto una storia dell’ecologia politica fascista che ci ricorda, una volta di piú, che l’ambiente e la società, la natura e la politica sono sempre intrecciate. Anche quando non ce ne accorgiamo.

La natura del duce esplora le ecologie politiche fasciste, ovvero le pratiche e le narrative attraverso cui il regime ha costruito ecologie, tanto immaginarie quanto materiali, funzionali al suo progetto politico. Il libro non insegue dunque il fantasma di un Mussolini verde, magari contando quanti parchi nazionali siano stati creati
durante il regime o quanti alberi piantumati. Diversamente da quanto affermato dalla storiografia internazionale, gli autori non credono che il fascismo si sia disinteressato della natura; piuttosto ne ha fatto un uso attento, tuttavia lontano da idee di cura e conservazione dell’ambiente. Il libro muove da un’analisi della figura di Mussolini e del suo rapporto con la natura per spaziare su alcuni aspetti cruciali della trasformazione fascista dell’ambiente.

Dalla bonifica alla battaglia del grano, dall’autarchia alle politiche di tutela, dalle ecologie coloniali fasciste all’eredità del regime nel paesaggio contemporaneo, La natura del duce guida chi legge in un viaggio nel tempo e nello spazio, rivelando come sia possibile interrogare passaggi e paesaggi della nostra storia attraverso nuove domande e chiavi di lettura. Tra leonesse addomesticate e bonifiche integrali, paesaggi coloniali e autarchia, parchi e monumenti, finalmente un libro che racconta come il fascismo ha immaginato, usato e trasformato la natura.”