Ricondividiamo da SoReMa – sovversiva rete manifesta l’appuntamento per una passeggiata transfemminista il 29 aprile dalle ore 10:00 a Spinaceto!

PASSEGGIATA TRANSFEMMINISTA SEPARATA A SPINACETO!!!
Partenza ore 10:00 dalla Piazzetta Rossa.
Sorema è una Sovversiva Rete Manifesta transfemminista nata dalla nostra necessità ed esigenza di attraversare il vuoto che circonda i nostri quartieri di periferia. Chi viene dal margine sa benissimo cosa significhi essere relegatə in quartieri dormitorio, nei quali non viene mai progettato né tantomeno pensato un modo di “stare”differente, che non sia limitato al riposo dopo la fatica del lavoro o della scuola. In quanto donne e soggettività dissidenti ci riprendiamo i nostri spazi senza chiedere il permesso, portiamo avanti la nostra lotta ogni giorno, cercando di rendere più vivibili i luoghi che abitiamo. Ma questo non ci basta!
Vogliamo sentirci liber3 di attraversare le strade dei nostri quartieri a qualsiasi ora del giorno e della notte, anche se da sol3 o in posti isolati, o con vestiti considerati indecorosi. Siamo stanch3 di subire costantemente commenti, catcalling, sguardi indesiderati, microaggressioni e minacce da chi crede che lo spazio gli appartenga; ci rende furios3 assistere alla violenza agita sui nostri corpi di donne, lesbiche, froce, persone trans e non binarie.
Non vogliamo limitare le nostre pratiche di lotta alle situazioni emergenziali, non vogliamo inseguire fatti di cronaca e trovarci sempre a reagire più che ad agire, vogliamo che, attraverso la sorellanza, qualsiasi soggettività possa affermarsi e autodeterminarsi.
La nostra rabbia invade le strade di Spinaceto perché a partire dal margine della città, che molt3 di noi abitano e attraversano, vogliamo costruire i nostri spazi di lotta, risignificare i luoghi che leghiamo a episodi di violenza o discriminazione, aprire nuovi spazi di possibilità e dare priorità alle relazioni e ai legami che costruiamo ogni giorno.
Pretendiamo di attraversare strade libere, in cui costruire e condividere spazi accoglienti per le soggettività queer e dissidenti, in cui combattere la violenza machista, patriarcale e razzista che colpisce donne, lesbiche, persone trans e non binarie, sex worker, persone razzializzate, tutti quei corpi e quelle vite che si rifiutano di aderire alla norma che ci viene imposta. Rifiutiamo le retoriche securitarie e repressive, perché sappiamo che fanno parte del problema: polizia, tribunali e carceri sono alcuni tra gli strumenti che vengono usati per zittirci, reprimerci, in alcuni casi ucciderci e sappiamo bene che “gli strumenti del padrone non smantelleranno mai la casa del padrone”!
Questo è solo l’inizio, non siamo di passaggio: abbiamo intenzione di costruire qualcosa di permanente, di lasciare tracce che tutte le soggettività sulle quali ricade la violenza patriarcale possano seguire, per uscire dall’isolamento a cui veniamo costrett3, intessendo relazioni affettive e politiche che diano valore alle nostre lotte e alle nostre esperienze.
Abbiamo scelto, come pratica di autodeterminazione, che questa passeggiata transfemminista sia separata (no maschi cis). Questo rappresenta per noi un passaggio fondamentale per riapropriarci degli spazi che ci sono quotidianamente sottratti, che ci permette di costruire pratiche di impoteramento collettivo senza perdere di vista la nostra complessità.
Non è una maggiore illuminazione delle strade, né la presenza costante delle guardie, a renderci liber3 in strada: abbiamo la potenza della sorellanza dalla nostra parte, ci difendono le nostr3 compagn3, ci autodeterminiamo insieme.
Le strade sono nostre, riprendiamocele!


A poche ore dall’assemblea dei soci di Acea è stata sanzionata la sede di piazzale Ostiense, dove sono comparsi messaggi e immagini che contrappongono la siccità, che è sotto gli occhi di tutti, e i profitti di Acea SpA, che invece sono nelle tasche di pochi.
Anche quest’anno l’assemblea ha tra i principali punti di discussione l’approvazione dei dividendi da distribuire tra gli azionisti. Acea ha chiuso il 2022 con un utile netto di 279,73 milioni di euro. Dividendi che in questi anni sono stati costantemente in crescita, mentre l’acqua è sempre più scarsa, a causa dei cambiamenti climatici, ma anche di una gestione unicamente votata al profitto. E non potrebbe essere diversamente, dato che Acea è una società quotata in borsa, che opera con logiche di mercato che non possono funzionare quando si tratta di garantire un diritto e tutelare un bene comune come l’acqua. Basti pensare che Roma continua ad essere una delle città con un tasso di perdita lineare tra i più alti d’Italia, per perdite stimate sulla rete di Acea Ato2 (Roma e Provincia), che continuano a sfiorare il 40%, con picchi del 70% in provincia di Frosinone dove la gestione è affidata ad un’altra controlla da Acea (Acea Ato5).
Mentre i soci di Acea, comune di Roma in primis, si occupano di grandi opere tossiche come il “nuovo” inceneritore, riparare le perdite, investire per il risparmio idrico e garantire a tuttə l’accesso all’acqua dovrebbero essere gli unici temi in discussione in questa fase di crisi ecologica e sociale ormai sistemica. Nulla a che vedere con progetti costosi e insensati, come i potabilizzatori dell’acqua del Tevere, o i desalinizzatori che tanto piacciono al “socio” Mekorot, compagnia israeliana che da anni priva il popolo palestinese del diritto all’acqua.
Così come non è il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera la soluzione: un’opera faraonica, che metterà ancora più a rischio le sorgenti più grandi d’Europa e i fiumi Farfa e Velino, in un’ottica estrattivista che non solo sacrifica interi territori, ma che è destinata a condurci in un futuro con meno acqua e meno diritti.
Mercoledì 12 aprile saremo al comitato di quartiere di Villa Certosa, dove presenteremo insieme con Marco Armiero e Roberta Biasillo, due dellə autorə, il libro “La natura del duce. Una storia ambientale del fascismo”. In preparazione alle mobilitazioni cittadine del 25 aprile, indagheremo insieme quali rapporti il ventennio ha instaurato con l’ambiente e che narrazioni ha costruito della “natura” e in che modo questi rapporti e narrazioni siano state funzionali al progetto politico del fascismo. Ci vediamo quindi a largo dei Savorgnan mercoledì 12 aprile alle ore 17:00 e condividiamo qui l’estratto della premessa del libro.

