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Solidarietà a Lutzerath. Da Roma sostegno alla lotta di chi resiste da due anni

Lützerath è un piccolo villaggio in Germania che sorge accanto ad alcune delle più grandi miniere di carbone d’Europa. Rappresenta il vivido esempio dei crimini di cui è responsabile l’industria dei combustibili fossili in Germania, così come in tutto il mondo. Crimini contro l’ambiente e contro l’umanità: inquinamento sistemico ai danni ambientali, sfollamento delle comunità, omicidi di massa, campagne ingannevoli di greenwashing, crisi energetica.
Il progetto tedesco di allargamento del cratere della miniera dimostra come i villaggi e le loro popolazioni vengano cancellati dalla mappa e le persone continuino ad ammalarsi a causa dell’inquinamento da lignite (la tipologia di carbone maggiormente inquinante). Operazioni del genere si verificano in tutto il mondo, generando inondazioni mortali e ondate di calore, siccità e fallimenti dei raccolti, migrazioni climatiche, bollette energetiche alle stelle, malattie dovute all’inquinamento. Nonostante ciò le aziende produttrici di combustibili fossili non hanno intenzione di fermarsi.

A gennaio l’azienda energetica RWE ha deciso di voler distruggere il villaggio di Lützerath con l’aiuto del governo statale per procedere all’estrazione e alla lavorazione del carbone sottostante. Con l’azione di oggi, davanti all’ambasciata tedesca, intendiamo esprimere la nostra solidarietà a quanti resistono a Lutzerath e ne difendono il territorio; vogliamo ribadire che la lignite è la fonte energetica più dannosa per il clima e ricordare che l’area mineraria di Lützerath rappresenta una delle più grandi fonti di CO2 in Europa: una vera e propria bomba di carbonio che ci porta sempre più velocemente verso il disastro climatico.

Riteniamo che i piani di RWE per distruggere questo piccolo villaggio siano inaccettabili! E oggi siamo qui, così come nelle maggiori città europee, per continuare a ripetere che estrarre sempre più combustibili fossili dal suolo NON È una soluzione alla crisi energetica. Non è una soluzione in Germania (come dimostrano i dati) e non lo è da nessun’altra parte del pianeta.
Le aziende produttrici di combustibili fossili stanno alimentando e realizzando profitti record e la loro avidità ci sta portando sempre più a fondo nella crisi climatica.
È ora di chiederne conto!

L’Italia da un punto di vista finanziario è da ritenersi complice con investimenti di soldi pubblici tramite Cassa depositi e prestiti, Intesa San Paolo e Unicredit.
Intesa è il primo investitore italiano con 135 milioni di euro, e non poteva essere altrimenti da parte di quella che è diventata “la banca fossile italiana numero uno” con i suoi 6,4 miliardi di euro di finanziamenti destinati all’industria del fossile nel solo 2021!

Contro tutto questo ci si mobilita con una resistenza: centinaia di attivisti si oppongono alla distruzione, all’estrazione di combustibili fossili ed occupando ciò che resta del villaggio di Lützerath già da più di due anni. Hanno costruito case sugli alberi, capanne e impianti solari, ridando vita al luogo e dimostrando a tutti noi che una società solidale e giusta per il clima è possibile. Il governo statale nero-verde, insieme al governo federale e alla RWE, ha deciso di demolire il villaggio procedendo con lo sgombero imminente da metà gennaio. Ed è per questo che oggi il movimento chiede solidarietà e il nostro sostegno.

Sabato 14 gennaio, a Lützerath si svolgerà una manifestazione autorizzata a cui prenderanno parte diversi migliaia di persone e sarà presente anche l’attivista dei Fridays For Future Greta Thunberg. Mentre la repressione contro gli attivisti per il clima si fa sempre più forte, per noi diventa sempre più chiaro il messaggio: I veri criminali sono le aziende produttrici di combustibili fossili come RWE, che sfruttano in modo spietato il nostro pianeta, alimentano la crisi climatica e distruggendo i mezzi di sussistenza delle persone.

A Roma come climate strike decidiamo di prendere posizione e schierarci insieme agli attivisti che in questi 2 anni e mezzo hanno preso e dato vita all’occupazione di Lützerath, insieme a migliaia di persone e in solidarietà con la società civile globale per la giustizia climatica. A Lützerath si deciderà se la Germania darà il suo giusto contributo all’Accordo sul clima di Parigi.

Chiediamo l’eliminazione del carbone a livello nazionale e che questo sia compatibile con gli impegni presi dalla Germania in materia di protezione del clima.
Gli effetti del cambiamento climatico e dell’estrazione di combustibili fossili sono già sotto gli occhi di tutti!
Effetti che impattano in maniera più violenta sui Paesi che hanno contribuito meno alla crisi climatica.

Per un mondo giusto ed equo, abbiamo bisogno di giustizia climatica. Ciò significa porre fine alle nuove infrastrutture per il petrolio,carbone e il gas fossile, chiederne conto all’industria dei combustibili e accelerare una giusta transizione verso un’energia pulita e rinnovabile a basso costo/accessibile, in un modo che vada a beneficio delle comunità, dei lavoratori e del clima.

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