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Pavarësi! Contro il colonialismo italiano in Albania – dai CPR al turismo

La gestione securitaria e criminale dei migranti nel Mediterraneo ha fatto un salto in avanti nella gara a chi si sporca di più le mani. Il recente accordo tra il primo ministro albanese Edi Rama e Giorgia Meloni ha infatti cavalcato un rapporto coloniale di ben vecchia data (quello dell’italia verso l’Albania) per dare luce a un nuovo ibrido che definire mostruoso sarebbe un errore – in quanto specchio invece della nostra più familiare e quotidiana realtà. Come in ogni rapporto coloniale che si rispetti, infatti, il governo Rama mette in pericolo la sovranità nazionale albanese per stringere dubbie alleanze che possano favorire un altrettanto dubbio ingresso del paese nell’UE, garantendo invece ben concreti guadagni a aziende e cooperative che della gestione dei migranti (o meglio, della loro tortura e reclusione) sta facendo una miniera d’oro. Il modello dei CPR (centri di permanenza per i rimpatri), sempre più diffuso in italia negli ultimi anni, verrà infatti presto copia-incollato in due località nel nord dell’Albania (Gjadër e Shëngjin) e posto sotto la giurisdizione e il controllo delle autorità italiane.

Anche se questo può sembrare in diretta contrapposizione con gli interessi della turistificazione galoppante, soprattutto del lontano sud del distretto di Valona (meta sempre più ambita dai turisti che come locuste invadono destinazioni cheap, ma che verranno sempre più delusi dai prezzi costantemente in crescita), la costruzione dei CPR e il turismo distruttivo che si sta verificando in Albania in questi ultimi anni si configurano come due facce dello stesso processo di neocolonizzazione, imponendo un modello di sviluppo che fa della distruzione degli ecosistemi locali e del prosciugamento delle venature idriche la garanzia di guadagno per chi, più o meno illegalmente, mette le mani per primo su quel che rimane dei territori rurali e non antropizzati dei margini d’europa.

Di tutto questo e molto altro parleremo giovedì 30 maggio a Casale Garibaldi (via Romolo Balzani, 87, Roma – Centocelle), che ringraziamo per l’ospitalità. A partire dalle 18:30 interverranno:

– Rete “Mai più lager – No ai CPR” (italia)
– Zanë Kolektiv (giovani diaspora albanese in italia)
– compagno da Tirana, Albania (Lëvizja Bashkë)

…con a seguire dibattito.

alle 21:00 ci sarà la cena come sempre vegana a cura della TaBerta.

a seguire, alle 21:30, proietteremo il documentario “Ndaloni aeroportin!” (“Fermate l’aeroporto!”) a cura di PPNEA (Protection and Preservation of Natural Environment in Albania), organizzazione, tra le altre realtà, che si sta occupando del contrasto alla costruzione dell’aeroporto internazionale di Valona, una delle numerose infrastrutture in costruzione volte alla sempre più intensa massificazione del turismo, che andrebbe a distruggere l’ecosistema del parco nazionale protetto del fiume Vjosa.

NO LAGERS – NO TOURISTS
vi aspettiamo!

Casale Garibaldi è uno spazio di produzione culturale, mutualismo e sindacalismo sociale, che si trova sotto attacco della burocrazia neoliberale: migliaia di euro di spese legali pagate e da pagare. Sostenere l’autogestione significa difendere la città pubblica e i diritti di molt@ contro gli interessi di pochi.