A seguire buffet veg a cura della TaBerta e musica:
LUD (chitarra)
MAYA (rap)
GONORREA (tekno)
Voi vi sentite al sicuro nelle vostre tiepide tane. Voi che da voi potete procurarvi il cibo caldo e godere di visi amici: considerate la vita in gabbia. La vita di chi sta nella penuria di spazio e aria e luce;la vita cattiva, che di contatto e parole ha fame; che pende e oscilla al vento mutevole di un sì o no; che deve penare per meritare di esistere e fornire prove di merito per alleviare la pena. Considerate voi le mura e le sbarre che si chiudono su corpi e nomi, vite congelate e occultate, orizzonti svuotati, il ghiaccio del controllo, il fuoco della costrizione.
Meditate che gabbia e carcere e reclusione sono realtà e non solo parole. Meditate qual è il prezzo e il privilegio di starne fuori. Meditate se davvero ve ne potete chiamare fuori.
“Far finta di esserne fuori” è uno spettacolo di monologhi renitenti e canzoncine di evasione della punkastorie Filo Sottile. Una requisitoria antica, ukulele e voce, sul nostro presente securitario, con in mente una concretissima utopia: abolire il carcere è possibile ed è giusto.
Maya.
gonorrea – GOduriosa antiNORmative REAction – è un calore sonoramente trasmesso dal batterio BPMmis Incontrollabilis. A livello mondiale, è il secondo effetto sessuale desiderato più diffuso dopo l’orgasmo multiplo. gonorrea è improvviso sculettare e pestare i piedi a ritmo, atterrando il patriarcato. da febbraio di quest’anno inizia a farsi strada alle feste di mezzo mondo, aka le favolose provincie di bari, napoli e sporadiche periferie tedesche.
gonorrea è promiscuità di genere che – a seconda del livello giusto di umidità e temperatura – va dalla reggaeton alla tekno.