Cambiano le amministrazioni comunali, ma il problema dei rifiuti continua ad essere gestito in modo inaccettabile in questa città.
La raccolta differenziata è limitata, e non incentivata poiché si continua a concepire il rifiuto come fonte energetica e di profitto. Si facilitano gli interessi di gruppi di potere economico e finanziario e ci si allontana dalla riduzione della produzione di rifiuti.
Qualunque progetto che permetta di risolvere la drammatica e ciclica crisi della Capitale sui rifiuti non può che basarsi su una serie di punti:
1) L’estensione del porta a porta, unico strumento per aumentare quantità e qualità della raccolta differenziata.
2) Il decentramento della gestione dei rifiuti nei municipi, con la realizzazione di impianti di dimensioni medio/piccole (esempio: biocelle), e piccolissimi da dislocare nei quartieri, per “avvicinare” la popolazione e massimizzare il recupero dell’organico.
3) Il raggiungimento entro il 2023 (o prima) dell’obiettivo di raccolta differenziata del 100% della frazione umida, condizione indispensabile per il recupero di materia a valle della raccolta e per diminuire il ricorso all’incenerimento e alla discarica.
4) L’abbandono di tecnologie come l’incenerimento o la pirolisi per la produzione di energia dai rifiuti e del trattamento anaerobico per la produzione di gas combustibile (biogas), a favore del trattamento del materiale umido differenziato attraverso impianti di compostaggio aerobico.
5) Abbandono del “modello TMB” (Trattamento Meccanico Biologico), poiché sono impianti progettati e ottimizzati per produrre materiale da conferire in discarica o da bruciare in inceneritori o altri processi industriali (cementifici). Servono invece impianti moderni ottimizzati per il recupero di materia.
La raccolta differenziata è limitata, e non incentivata poiché si continua a concepire il rifiuto come fonte energetica e di profitto. Si facilitano gli interessi di gruppi di potere economico e finanziario e ci si allontana dalla riduzione della produzione di rifiuti.
Qualunque progetto che permetta di risolvere la drammatica e ciclica crisi della Capitale sui rifiuti non può che basarsi su una serie di punti:
1) L’estensione del porta a porta, unico strumento per aumentare quantità e qualità della raccolta differenziata.
2) Il decentramento della gestione dei rifiuti nei municipi, con la realizzazione di impianti di dimensioni medio/piccole (esempio: biocelle), e piccolissimi da dislocare nei quartieri, per “avvicinare” la popolazione e massimizzare il recupero dell’organico.
3) Il raggiungimento entro il 2023 (o prima) dell’obiettivo di raccolta differenziata del 100% della frazione umida, condizione indispensabile per il recupero di materia a valle della raccolta e per diminuire il ricorso all’incenerimento e alla discarica.
4) L’abbandono di tecnologie come l’incenerimento o la pirolisi per la produzione di energia dai rifiuti e del trattamento anaerobico per la produzione di gas combustibile (biogas), a favore del trattamento del materiale umido differenziato attraverso impianti di compostaggio aerobico.
5) Abbandono del “modello TMB” (Trattamento Meccanico Biologico), poiché sono impianti progettati e ottimizzati per produrre materiale da conferire in discarica o da bruciare in inceneritori o altri processi industriali (cementifici). Servono invece impianti moderni ottimizzati per il recupero di materia.
Alla luce di tutto questo convochiamo per sabato 9 aprile alle 10.00 una manifestazione davanti al TMB di Rocca Cencia, un impianto che è la rappresentazione concreta di quello che non vogliamo, per protestare contro la scelta del sindaco Gualtieri di allargare l’impianto e usare i fondi del PNRR per costruirne uno per il trattamento della plastica e carta.
Crediamo sia necessario costruire una rete larga e capace di far fronte alle sfide della crisi ecologica in corso e di esercitare pressione verso le istituzioni per un drastico cambio di rotta.
Per costruirla insieme contatta @ReteEcoSistemica su Facebook: https://www.facebook.com/ReteEcoSistemica
Crediamo sia necessario costruire una rete larga e capace di far fronte alle sfide della crisi ecologica in corso e di esercitare pressione verso le istituzioni per un drastico cambio di rotta.
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